"Caro Presidente Renzi,
Le scrivo questa lettera aperta perché, come Lei, sono tifoso viola e sabato ero all’Olimpico per la finale di Coppa Italia, fra l’altro a pochi metri da lei.
Tralascio il disagio provato, il fatto che nessuna comunicazione sia stata data nei minuti in cui sarebbe dovuta iniziare la gara, mentre si vedeva il capitano del Napoli andare a parlare con i capi ultrà.
Il motivo per cui Le scrivo è che l’Italia non può più sopportare di essere ostaggio di criminali incalliti che in ogni settore della vita sociale spadroneggiano.
Accade allo stadio ma anche in altri settori. Basta leggere le cronache. Personaggi pluripregiudicati che non solo non si redimono, ma raffinano le tecniche di offesa alle cose e alle persone.
Ho sentito invocare il Daspo a vita. Questa, secondo me, è una misura valida per chi usa tirare le banane ai giocatori di colore, ma non per criminali che usano il calcio come pretesto per fare confusione o, peggio, compiere atti terribili.
Proprio quello che è successo sabato è la riprova di quello che dico : i fatti sono avvenuti a chilometri dallo stadio, quindi in un certo senso con la partita non avevano nulla a che vedere. Se a un delinquente di questi gli dai solo il Daspo a vita, continuerà a fare confusione a chilometri dallo stadio.
Allora la medicina è una vera tolleranza zero. Per i delinquenti da stadio, che non sono poi migliaia, ci vogliono pene severissime e carcere duro. Lo stesso per tutti gli altri criminali abituali. Solo così l’Italia potrà dirsi libera dalla morsa di persone che hanno il solo scopo di creare confusione e seminare terrore. Lo Stato non può essere complice o assistere passivamente. In altre nazioni hanno usato con successo il pugno di ferro. Facciamolo anche noi."
Maurizio Marchetti, sindaco di Altopascio